Il Bio-Distretto Terre degli Elimi è stato scelto come caso studio del CREA che ha visto coinvolte 30 aziende delle Terre degli Elimi al fine di esplorare il grado di familiarità con l’approccio agroecologico di operatori, istituzioni e stakeholder nel territorio.

La maggior parte dei sistemi agricoli biologici è altamente specializzata e adotta un approccio produttivo dove per esempio i fertilizzanti di sintesi sono sostituiti da quelli organici, o le infestanti sono controllate con la lavorazione del terreno invece che col diserbo chimico, e questo approccio ha sì portato ad una maggiore biodiversità, una migliore qualità del suolo o un uso ridotto di energia ma non ha dato origine ad un processo trasformativo per migliorare la sostenibilità del sistema agroalimentare.

L’agroecologia mira piuttosto ad una riprogettazione dell’intero sistema comprese le componenti umane e la relazione produttore-consumatore rendendolo più sostenibile in termini ambientali, sociali ed economici.

Il concetto di ‘Agroecologia’ è nato agli inizi del ventesimo secolo per descrivere l’applicazione di principi ecologici alle scienze agrarie, al fine di ottimizzare le relazioni tra componenti dell’agroecosistema e di garantire la fornitura di determinati servizi ecosistemici e la sicurezza alimentare.

Si tratta di un approccio basato sui principi di partecipazione, equità, giustizia e valorizzazione della filiera corta che incide sui territori modificando il modo in cui le comunità e le reti di portatori di interesse interagiscono con diversi elementi del paesaggio, com egli oggetti naturali e agricoli.

Nell’autunno 2020 è stata effettuata un’indagine diretta su un campione di 30 aziende agricole del Bio-Distretto Terre degli Elimi tramite la somministrazione di un questionario strutturato. L’indagine diretta è stata completata da un focus group rivolti agli attori del territorio, al fine di avviare una discussione sugli elementi e sui fabbisogni locali necessari per avviare la transizione agroecologica.